venerdì 21 giugno 2013

La magia

Vivere a Niaogho significa anche inevitabilmente lasciarsi stregare ed affascinare dai loro racconti riguardanti le magie, la gri gri (magia nera), gli spiriti degli antenati, i ‘geni’ del fiume o della terra.
E così scopro che è frequente a notte fonda incontrare sul ponte che collega Niaogho a Beguedo ‘la vieille’, la vecchia. Si tratta del ‘genio’ del fiume: nessuno può descriverla dettagliatamente, ma qualcuno l’ha intravista. Non appena i fari della moto la illuminano, lei li spegne per non esserne disturbata. L’importante - mi dicono - è non avere paura e proseguire per la propria strada: non appena passerai il ponte i fari torneranno ad accendersi e potrai tornare a casa tranquillo. Ma se ti fai prendere dal panico, non sai cosa potrebbe succedere. In egual modo potresti incontrare un cane - talvolta nero, talvolta bianco - che attraversa la strada: tu prosegui diritta senza prestargli attenzione.
E poi le magie…
A Niaogho non ci sono furti, o comunque avvengono molto raramente, poiché hanno un metodo infallibile per scovare i responsabili: inviare un fulmine.
Se sei vittima di un furto, puoi rivolgerti ad uno dei vecchi del villaggio, portandogli uno o due polli. Se il vecchio accetterà, farà il sacrificio: nell’arco di 30 minuti la pioggia arriverà e un fulmine colpirà il ladro, deponendo sul suo corpo l’oggetto o gli oggetti sottratti affinché tutti sappiano che è lui il colpevole. Finché il vecchio non avrà fatto sul cadavere i riti liberatori, nessuno potrà toccarlo pena subire la stessa sorte.
Ci sono diverse soluzioni - mi dicono - : lo chef de terre, per esempio, può sortire lo stesso risultato chiamando in aiuto non i fulmini bensì l’acqua del Nakambé.
Ma a parte queste affascinanti tradizioni, con cui si potrebbero davvero riempire pagine e pagine, grande è anche il bagaglio di conoscenze legato all’utilizzo delle piante a scopi terapeutici, la cosidetta medicina tradizionale, che purtroppo si sta perdendo a vantaggio delle case farmaceutiche per lo più indiane e francesi, detentrici del controllo del mercato burkinabé. I vecchi lasciano il corpo e i giovani non sembrano interessati a divenire i depositari delle conoscenze millenarie.
Una vera perdita.
Per tutti.


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