giovedì 29 marzo 2012

Le donne del 'gravillon'

Oggi devo parlarvi di grandi donne.
Strano… direte voi… in questo blog non si parla mai di donne!!!
Avete ragione, forse sono un po’ monotematica… ma che volete farci… la tenacia, la forza e la dignità di queste persone mi lasciano senza parole anche dopo 6 mesi di convivenza.
Vorrei poter postare i video che ho fatto… non servirebbero parole… purtroppo la linea non lo permette.
Vi voglio parlare di un gruppo di donne che ogni mattina si sveglia alle 4 (ma qui è normale), per pregare, lavarsi e andare sul luogo di lavoro… che è una collinetta non lontana dal mercato del villaggio. Qui con i loro potenti mezzi (una zappetta dal manico corto corto) scavano tutto il giorno (fino alle 12 c.a. e poi dalle 15 c.a. a quando fa buio) per dissotterrare i sassi levigati utilizzati in edilizia.
Ciascuna di loro ‘possiede’ un’area dalla quale poter prelevare le pietre, che poi verranno suddivise in base alle dimensioni e sistemate in mucchi, venduti poi a chi ne ha bisogno per costruire.
Mi chiedono aiuto… non cose stratosferiche… nella loro semplicità mi chiedono pale, piccozze e griglie per separare più velocemente la sabbia dai sassi (ad eccezione di una, è un lavoro che fanno a mano).
In media per fare una montagnola di discrete dimensioni servono due mesi di lavoro.
Per caricare bene un camion, servono almeno almeno 4 di queste montagne. E il camion se ne va pagando 15mila CFA.
Un sacco di riso da 50 kg costa 20mila CFA, una baguette 150 CFA. Le famiglie sono molto molto numerose (quella di Abas è una ‘mosca bianca’ e sono in 12).
Fate un po’ voi i conti.


lunedì 26 marzo 2012

Le AZDORE burkinabé

Lezione di piadina romagnola in Burkina Faso.
L’avreste mai detto?!
Io no, e soprattutto mai avrei pensato di potere essere io l’insegnante!
Prima di partire per questa avventura, Maurizio Camilletti e Rosella Reali - ultimi tegliai di Montetiffi - mi hanno donato una teglia, chiedendomi esplicitamente di portarla qui in Burkina. Non posso fare altro che ringraziarli: mi hanno dato l’opportunità di vivere un pomeriggio unico!!
Sono andata a casa di Abas a fare la piadina, insieme alle sue due mogli (Fati e Dahanatou), le sue due cognate, e un numero imprecisato di bambini.
Il momento critico è arrivato con l’assaggio: la prima piadina era pronta, e doveva essere subito mangiata poiché avendo utilizzato l’olio in sostituzione dello strutto sarebbe divenuta presto piuttosto dura. Niente paura - dico con Abas - ora contiamo quanti siamo e facciamo piccoli spicchi!!!
Arrivata a 20 mi sono fermata, perché altri bambini stavano arrivando e non c’era modo di tenerli fermi.
Devo dire che la piadina è stata un successo! Soprattutto abbinata alla marmellata di mango fatta un paio di giorni prima.

Due ringraziamenti speciali sono d’obbligo.
A Maurizio e Rosella, persone splendide davvero, per avermi donato la Teglia e per avermi incoraggiata a provare a fare la piadina qui a Niaogho.
Alla ‘cuocaLoretta’, che ha provato lei stessa a Cesena la ricetta della marmellata di mango, per metterla a punto e poi passarmela.
Un grazie di cuore a tutti!





martedì 20 marzo 2012

C'est l'Afrique!

Il rientro in Italia si sta avvicinando velocemente. Già so che lascerò qui un pezzetto di me, ma la voglia di riabbracciare la mia famiglia (e la mia nipotina…. Emma, arrivo!!!) e gli amici più cari comincia ad essere forte.
I lavori al CSPS continuano: ho ben chiaro in testa ciò che voglio terminare prima della partenza, e siamo a buon punto, nonostante la non collaborazione di quella sottospecie di muratore che mi ritrovo fra capo e collo. La Farmacia è costruita, piccolina, ma carina. Dobbiamo mettere tetto (le lamiere sono pronte al cantiere), porte e finestre (che arriveranno questa sera dalla capitale).
Per costruire la cucina del CSPS ho chiamato un altro muratore, verrà da Ouaga e so che farà un ottimo e velocissimo lavoro poiché l’ho già visto in azione.
Insomma… di lavori ne restano, ma sono fiduciosa e con l’aiuto di tutti credo potremo inaugurare entro fine 2012.

La scorsa settimana Abas è andato a Ouaga per ritirare le lamiere che avevo prenotato: 8 fogli di tôl bac da 3,60 m ciascuno (larghezza 80cm circa) e 14 fogli di tôl ordinario.
Chiamo il fornitore il giorno prima e, per scrupolo, anche la mattina stessa: è un po’ scocciato dalla mia insistenza, ma gli spiego che avendo poco tempo per fare tutte le commissioni, è estremamente importante che il materiale (e soprattutto il tôl bac, che deve essere tagliato a misura) sia pronto all’arrivo di Abas. “Ma è tutto pronto già da ieri sera, madame.”
Benissimo.
Abas arriva e… ma và… non si trova il tôl bac.
Io dico: la bottega è composta di due stanze di circa 6m per 5m; le lamiere tagliate sono tutte accatastate su due scansie centrali. E stiamo cercando 8 fogli di lamiera larghi 80 cm e lunghi 3m e 60, non manghi o noci di cajou. Ed erano pronti già la sera prima.
Ma non si trovano.
E non si troveranno.
Per non perdere il taxi brusse che lo riporta al villaggio, Abas discute (e io pure telefonicamente… col mio francese che quando mi infervoro diviene ancor più maccheronico) col responsabile del negozio per avere almeno gli 8 fogli integri (4m di lunghezza invece che 3me60), ovviamente senza sovrapprezzo.

Ieri vado al cantiere per le misurazioni: sto chiedendo il preventivo per fare il muro di cinta agli alloggi degli infermieri, ma dobbiamo decidere come farlo e le dimensioni. Fortunatamente il muratore non era al lavoro: credo avrei commesso un ‘mansonicidio’ (uccisione di muratore).
So che per un CSPS sperduto nella brusse burkinabé l’allineamento degli edifici e l’uniformità delle dimensioni non sono elementi fondamentali… ed è per questo che fino a ieri mi ero imposta di non misurare, anche perché oramai gli alloggi sono costruiti da un anno abbondante… ma PORCA MISERIA!!! Che ce ne sia uno uguale all’altro!!!
Procediamo con la misurazione dei confini del terreno destinato al CSPS: in questo caso ho pensato (ma si deciderà al mio rientro in Italia) di non fare cinta muraria, ma rete. Per poter misurare decentemente occorre trovare prima le borne (sarebbe tutto molto più semplice se chi prese a suo tempo la pianta del bornaggio la ritirasse fuori… ma chi la prese?): dovrebbero essercene 6. Ne vediamo 3. Probabilmente le altre tre sono state sotterrate nel tempo da chi ha coltivato i terreni circostanti… poiché fino a che non metteremo la rete, il terreno del CSPS viene tranquillamente coltivato a miglio/arachidi/mais durante la stagione delle piogge.

Io fumo.
Abas ride.
“C’est l’Afrique!” - mi dice.

sabato 10 marzo 2012

La 'mafia' di Niaogho

Di ritorno dal secondo round di pulizia (molti bambini, ma anche molte donne... evviva!!!), un aggiornamento sull'andamento dei lavori al CSPS.
Sono complessivamente soddisfatta di come stanno avanzando i lavori: abbiamo trovato in capitale fornitori da cui possiamo ordinare materiale di qualità superiore a quello che troviamo al villaggio e a costi nettamente inferiori. Con la cifra che il commerciante di Niaogho mi chiedeva per le lamiere del tetto, abbiamo fatto tetti, porte e finestre (e di buona qualità).
Certo, anche qui l'erba cattiva non muore mai.
Il Commerciante principale di Niaogho ora mi fa la guerra perché acquisto il cemento e tutto il materiale altrove e non più da lui. Su ogni tonne (20 sacchi) di cemento a Beguedo (il villaggio dopo il nostro) risparmiavo 2.500 CFA (4 €), e considerando che acquisto 5 tonnes alla volta, con il denaro risparmiato posso acquistare due cisterne di acqua o mezzo camion di sabbia.
Ma ho scritto 'risparmiavo': sì, perché esiste anche la mafia di Niaogho.
Il commerciante di Beguedo mi ha detto che non può più praticarmi il prezzo su cui avevamo preso accordi poiché il suo collega di Niaogho lo ha minacciato, dicendogli che così facendo gli rovina il mercato.
A noi poco importa, acquistiamo in capitale, ma questa cosa mi fa salire un po' di 'tigna'.
Ad ogni modo, abbiamo messo i tetti, le porte e le finestre agli alloggi, e iniziato i lavori per la farmacia.
E prima del mio rientro costruiremo e termineremo anche la cucina della maternità.
Avanti così!!!

venerdì 9 marzo 2012

8 marzo a Niaogho

L’8 marzo a Niaogho è proprio speciale, e le donne ti viene voglia di abbracciarle tutte, anche se solo per quello che forse potremmo definire ‘spirito di appartenenza’.
Quando sono arrivata pensavo (e forse i miei post precedenti lo dimostrano) che gli uomini qui non rispettassero le donne e non concedessero loro gli spazi meritati. Pensavo fossero una sorta di vittime di questo sistema maschilistico.
Bene.
Ho cambiato idea.
No, no… alle donne qui fa comodo restare nell’ombra e fa comodo non partecipare attivamente alla vita pubblica.
Per l’8 marzo abbiamo organizzato una giornata della salubrità: abbiamo chiamato a raccolta tutte le donne e anche le associazioni di Niaogho (per dimostrare che lo sviluppo del villaggio è possibile solo se uomini e donne si lavora insieme nel rispetto reciproco), con cui ci siamo incontrati diverse volte per mettere a punto le fasi della cerimonia di apertura e i dettagli della raccolta dei rifiuti plastici.
Le coordinatrici delle donne del Comune non hanno fatto ASSOLUTAMENTE nulla, né prima, né dopo, né tantomeno durante.
Altre donne hanno semplicemente preso parte alla cerimonia, per poi ritornarsene bellamente alle proprie faccende.
Io mi sono fatta 3 ore e mezza sotto il caldo sole di mezzodì, circondata da una torva di bambini (che ad un certo punto avrei volentieri cacciato via J), graffiandomi gli avambracci per raccogliere anche i brandelli di sacchetti rimasti impigliati fra le sterpaglie, ricoperta letteralmente di polvere e terra (perché qualcuno ha l’abitudine di sotterrare i sacchetti)… e le coordinatrici delle donne, vestite di tutto punto, si sono messe a ridere quando mi hanno vista accaldata e al lavoro… sedendosi all’ombra a chiacchierare amabilmente.
Ma vaffan….
Ma occorre andare oltre… e continuare a lavorare, e molto anche.
Molte altre donne si sono fatte in quattro insieme a me o in altri punti che avevamo deciso di ripulire, come ad esempio il vecchio CSPS. Ed è a loro che nel mio cuore ho dedicato questo 8 marzo.
Il lavoro da fare è davvero tanto, su tanti fronti.
Le donne hanno bisogno di essere spronate e incoraggiate, devono svegliarsi dal torpore in cui si stanno cullando. Se lasciate sole a parlare delle loro faccende, dopo 20 minuti sono capaci di picchiarsi e prendersi a calci, ma se dobbiamo organizzare qualcosa o parlare dello sviluppo del villaggio, allora no, si chiudono in un ostinato mutismo e non collaborano neppure se le paghi (oddio… forse se le paghi sì… anzi, senza dubbio sì, ma non è educativo).
Il Sindaco stamane mi ha chiamata per felicitarsi con me della riuscita della giornata, ma anche per dirmi “hai visto Barbara? Il vento di oggi ha riportato tanti sacchetti di plastica dove ieri avete pulito. E’ per questo che ti ho detto tante volte che è inutile pulire”.
Evito di commentare, dicendogli solo che ne riparleremo fra qualche anno, quando casa sua sarà sommersa di sacchetti e rifiuti plastici.
Ma la cosa più triste di tutte sapete qual è?!
Che i bambini che hanno lavorato insieme a me sono talmente abituati a vedere sacchetti sparsi ovunque, che ho passato la prima ora a indicare col dito le cose da raccogliere. Un pezzo di plastica dura (per esempio un pezzo di secchio o di bouloir) è considerato rifiuto, ma il sacchetto nero impigliato fra i rovi o che svolazza a terra non lo è, è normale sia lì e quindi lì lo lasciano.
Domani si replica per continuare a pulire fino alla gendarmeria, questa volta solo coi bambini.





L'Associazione Zero Dintim, prima associazione ecologista di Niaogho e, probabilmente dell'intero Burkina Faso




Lo Iaar (incrocio) prima della pulizia...

... E dopo la pulizia









sabato 3 marzo 2012

W le associazioni

Nelle ultime settimane a Niaogho sono nate due nuove associazioni. Sono davvero orgogliosa di avere contribuito alla loro costituzione, poiché l’associazionismo è sinonimo di vitalità e di voglia di impegnarsi per un futuro migliore, è ciò che di più buono possa nascere in una società che si dica civile e dotata di coscienza critica.
E sono orgogliosa di entrambe, davvero.
Lu Yurè (che in lingua bissa significa ‘lo sviluppo della donna’) mi scalda il cuore: è una associazione di donne, ma di donne forti, combattive, animate da tanta testardaggine e  convinzione. Sono venute spontaneamente a cercarmi per propormi i loro progetti. Abbiamo già provato a fare la conserva di pomodoro, continueremo fra un paio di settimane con la marmellata di mango e ci stiamo organizzando per produrre il sapone al burro di karité (qui molto diffuso).
L’associazione “Zero Dintim” (Inquinamento Zero) è per me un vero successo: credo sia la prima associazione ambientalista della regione, se non dell’intero Burkina Faso. Con loro, e con tante altre associazioni, festeggeremo l’8 marzo pulendo il villaggio, o meglio, alcune aree del villaggio.
Ma non saranno solo donne ad occuparsi della raccolta dei rifiuti, poiché il messaggio che vogliamo passi è che ciascuno ha come proprio dovere civile quello di preservare l’ambiente in cui vive, unitamente al fatto che per lo sviluppo del paese è necessario che uomini e donne lavorino insieme nel rispetto reciproco.

Nel frattempo al cantiere del nuovo CSPS continuano i lavori: abbiamo messo il tetto alle casette degli infermieri e il muratore ha iniziato a montare porte e finestre. Piccoli passi (si fa per dire… perché sono molto costosi) verso il completamento del Centro.