lunedì 9 dicembre 2013

Gli arresti di Niarba

A metà dell’ottobre scorso si diffonde la notizia che nel villaggio di Niarba sono state arrestate cinque donne per mutilazioni genitali. La sesta, colei che esegue materialmente la pratica, riesce a perdersi nella brousse protetta dalle altre donne. Fra le arrestate, tre giovani e due anziane, che avevano chiamato la officiante da Ouagadougou per ‘purificare’ rispettivamente le figlie e le nipoti. Vado a Niarba per un incontro con l’associazione di donne, e - dopo molte chiacchiere e dopo essermi fermata per la notte - entro delicatamente nell’argomento. Il clima improvvisamente cambia. Appaiono sorrisi imbarazzati a fior di labbra, sguardi che si incrociano. Interviene la presidente dell’associazione. “Noi speriamo che vengano liberate.” Ripiomba il silenzio, dissonante rispetto al vociare dei minuti precedenti. “Sappiamo che non è una cosa buona. È una straniera che è venuta qui per farlo… perché noi lo sappiamo che non è una cosa buona.” Calata la notte, seduta in terra nella corte con alcuni uomini sotto la luce della luna e delle stelle, e con numerosi pipistrelli che sembrano felici della ritrovata frescura (a Niarba fa davvero freddo la notte!!), riprendo il discorso. “Noi non sapevamo nulla… sono cose private delle donne, e sono loro a decidere e organizzare tutto a nostra insaputa, perché sanno bene che se lo scoprissimo, correrebbero seri rischi.” E ancora: “Noi sappiamo che è una pratica illegale. Non sappiamo perché continuino a farlo.” Non mi convincono… Tornata a Niaogho, vengo a sapere che è l’insegnante della scuola elementare ad avere denunciato, addirittura chiamando la gendarmeria col cellulare davanti alla popolazione. “È un folle: se fosse stato fra i mossi (l’etnia dominante in Burkina Faso, Niaogho è nella regione bissa), a quest’ora sarebbe stato già morto!! L’avrebbero ucciso dopo due minuti! Ma siamo bissa, quindi l’hanno solo trasferito in città (Niaogho Centre, n.d.a.)”. Il Burkina Faso sanziona le MGF penalmente dal 1997, ed attualmente esiste un numero verde “Lotta contro l’escissione”, anonimo, proprio per tutelare l’incolumità di chi decide di denunciare. Gli infermieri di Niaogho mi dicono che pressoché la totalità delle donne che partoriscono hanno subito le mutilazioni genitali, in particolare asportazione del clitoride ed in alcuni casi anche delle piccole labbra. Mi soffermo un po’ con l’infermiera donna, che scuotendo il capo rassegnata mi dice “Non capisco perché le donne continuino a farsi questo!”. Sono davvero le donne a decidere e a perpetrare questa pratica. Una pratica che le priva totalmente del desiderio sessuale e di qualsiasi sensibilità locale, oltre a esporle a gravi pericoli durante il parto. “Essendoci non più tessuto elastico, ma una cicatrice, la dilatazione non avviene, dobbiamo intervenire noi tagliando e ricucendo dopo il parto, perché le donne lo pretendono”. Spesso, nei parti non assistiti nelle strutture sanitarie, ma che avvengono per esempio in brousse, l’incisione che viene fatta è troppo profonda e si arriva ad incidere anche il capo del nascituro. Qui in Burkina Faso, o meglio qui a Niaogho, le escissioni vengono eseguite perché si pensa che così la donna sarà più fedele al marito e non avrà voglia di cercare altri uomini, evitando così anche di contrarre malattie. Altre etnie burkinabé, ritengono invece che se al momento del parto il bambino venisse a contatto col clitoride, morirebbe o comunque contrarrebbe una grave malattia. E così le bambine vengono mutilate a 5/6 anni al massimo. Una donna mi confessa “Una volta sono tornata nel mio villaggio: le donne si stavano organizzando per chiamare una di anziana che pratica l’escissione, e volevano prendere anche mia figlia piccola. Io le ho minacciate: ho detto loro che facciano ciò che vogliono, ma che non si azzardino a toccare mia figlia o non avranno più pace!”. Le chiedo come mai non abbia denunciato o non abbia colto l’occasione per sensibilizzarle. “Oramai ci ho rinunciato! Tutte le volte in cui ci ho provato, spiegando loro che corrono grossi rischi per la salute etc, mi hanno risposto che non è vero nulla, perché anche le loro madri e le madri delle loro madri e così via hanno subito le escissioni, e non hanno mai avuto problemi, ma anzi sono state maggiormente rispettate dagli uomini. Mi crederesti se ti dicessi che ci sono donne che si oppongono alla scolarizzazione delle ragazze?! Dicono che se poi una ragazza passa i 17 anni senza sposarsi, è finita: nessuno più la vorrà. È tutto molto complicato qui.”

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