sabato 29 ottobre 2011

Un nuovo vento

Jean-Roger, Boukary, Modibo. Mi vengono a trovare ogni tanto a casa per fare quattro chiacchiere e passare un po’ il tempo. Sono molto giovani (29, 20, 22 anni), tutti e tre senza nulla da fare qui al villaggio e alla ricerca di un lavoretto qualsiasi, anche solo per arrivare prima a sera.
Jean-Roger ha vissuto 9 anni in Italia, a Reggio Emilia, e parla molto bene la nostra lingua (qui al villaggio viene chiamato l’’italiano’). Mi dice aver conseguito il diploma ad indirizzo elettronico e di avere anche una qualifica professionale come meccanico. È tornato qui in Burkina Faso in seguito all’acuirsi della crisi: rimasto senza lavoro, non poteva più permettersi di pagare l’affitto e la vita nel Bel Paese era decisamente troppo cara.
Ora vorrebbe fare fruttare qui il suo titolo di studio e le sue competenze, ma Niaogho pare non averne bisogno.
Vengono a parlarmi dell’Associazione dei giovani per lo sviluppo di Niaogho: è una associazione nata circa un anno fa, con l’obiettivo di ricreare momenti di socialità e svago nel villaggio, siano essi culturali o sportivi. Per ora hanno organizzato un grande torneo di calcio, svoltosi nel maggio scorso, e hanno tentato di avviare delle attività di volontariato, nello specifico turni di pulizia quotidiani al CSPS. Purtroppo questo tipo di servizio qui non attecchisce, tutti presi come sono dal cercare il cibo per la giornata. Mi dicono che sono partiti, hanno tentato, ma poi hanno lasciato perdere, poiché i presunti volontari pretendevano di essere pagati per il tempo passato lavorando. Il risultato è che il direttivo dell’associazione ha deciso di assumere una persona per il lavoro di pulizia, pagandolo con le offerte dei soci raccolte in occasione delle riunioni (ogni partecipante deve versare 100 CFA per ogni riunione). Jean-Roger dissente da questo, e mi dice che è bene insistere sulla strada del volontariato: le persone a Niaogho devono abituarsi a pensare al bene della comunità e non esclusivamente al proprio, solo così si può sperare di cambiare qualcosa.
Boukary e Modibo approvano e si rammaricano del fatto che Jean-Roger non possa essere a pieno titolo membro dell’associazione, in quanto immigrato in Italia.
Pur non capendo la ragione di questa strana regola, sono felice di trovare ragazzi dalla mente aperta, che capiscano l’importanza del concetto di BENE COMUNE.
E ne ho incontrati tanti in questi giorni, molti più di quanto non credessi.
Questa mattina ad esempio ho fatto una lunga chiacchierata con uno dei ragazzi della gendarmeria a proposito del ruolo della donna qui in Burkina Faso. Lui sta facendo di tutto per fare studiare sua moglie e renderla il più indipendente possibile: “non è - mi dice - che io non voglia o non possa mantenerla, ma è giusto che lei sia autonoma. Col lavoro che faccio rimango lontano da casa per molti mesi l’anno, e poi potrebbe sempre accadermi qualcosa per cui lei si ritroverebbe sola. Voglio che trovi la sua indipendenza.”
Una bella scommessa!

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