martedì 8 novembre 2011

Il Tabaski

Il Tabaski è la più grande festa dell’anno per i musulmani. È il giorno in cui si ricorda il sacrificio di Abramo, per questo è anche detta la Festa dei Montoni.
Quest’anno è caduta di domenica, cui è seguito un giorno festivo (lunedì) per riposarsi appunto dalle fatiche dei festeggiamenti.
Già dal venerdì c’è grande fermento al villaggio. Tutti sono presi dai preparativi. Gli uomini avranno il tradizionale bubu (è una sorta di tunica, per la preghiera rigorosamente bianca, ma per la festa anche di altro colore), le donne indosseranno il loro abito più bello e sfarzoso. I ‘barbieri’ hanno la fila ininterrotta fino anche alle 10 di sera: tutti gli uomini desiderano essere perfetti per questo grande evento, e sfoggiano i tagli più curiosi. Le donne, dalle neonate alle anziane, non sono da meno, ed esibiscono le acconciature più curate e colorate che io abbia mai visto.
Il momento clou della giornata è la preghiera del mattino: non si svolge alla moschea, per mancanza di spazio. Ciascuna zona del villaggio si ritroverà all’aperto, in un punto prestabilito (solitamente davanti ad una scuola). Alla preghiera partecipa anche il Grand Marabou (l’Imam supremo di tutto il villaggio), che poi per tutto il giorno, presso la sua abitazione, riceverà la visita deii musulmani di Niaogho che andranno a salutarlo.
Tradizione di Tabaski è l’uccisione del montone. Il mio insegnante di francese mi dice che solo a Niaogho (villaggio, non dipartimento) saranno stati uccisi circa 1000 capi, in alcune famiglie ne sono stati uccisi quattro. In effetti è da sabato che di montoni in giro, neppure l’ombra.
Mi dicono che è educazione e buona norma, nel giorno di Tabaski, andare dai cari amici o dalle autorità cittadine per augurare ‘buona festa’.
E va bene, andiamo pure: dal mio insegnante, che mi ha cortesemente invitata, e da Malik.
C’è un piccolo problema: dovunque tu vada, non appena ti siedi ti viene messa davanti una pentola piena di riso e montone ed è scortese non servirsene. Ma sono le quattro del pomeriggio!!! E il riso col montone non è la cosa più leggera che il panorama gastronomico africano possa offrire.
Riesco a sottrarmi a questa tradizione solo perché sono bianca e perché i miei ospiti comprendono che le mie abitudini si discostano un po’ dalle loro… mentre Abas, che mi accompagna, si serve di buon grado presso tutte le abitazioni che visitiamo.
Gli amici che incontro mi invitano ad andare alla discoteca quella sera stessa. Io, pur non amando particolarmente questo genere di divertimento, accetto volentieri aspettandomi una serata passata fra chiacchiere e buona musica afro.
E invece no!
Solo ed esclusivamente musica ‘tunz tunz’ sparata a palla fino alle 4 del mattino. Fino alle 22 è pieno di bambini, che nella foga del ballo, alzano inevitabilmente una enorme nube di polvere. Poi è la volta dei grandi, e - Tabaski è l’unica occasione - anche delle ragazze.
“Abas, ti prego, andiamocene a casa. Questa musica è insopportabile”.
Ma la mia casa è proprio lì dietro: ok, musica tunz tunz fino alle 4.
E ieri sera abbiamo replicato, ma il dj, magnanimo, all’1 di notte ha iniziato con del sano raggae e alle 2 ha spento l’impianto.
Buonanotte Abas.

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