mercoledì 9 novembre 2011

La corsa in ambulanza

Sono le ore 19 quando mi chiama l’infermiere per dirmi che il guardiano del CSPS si è ferito tagliando un albero: è molto grave e occorre portarlo all’ospedale di Tenkodogo con l’ambulanza.
Un tuffo al cuore: sono io ad avere insistito perché quell’albero caduto fosse tagliato… e se ora dovesse succedere qualcosa di irreparabile… non potrei perdonarmelo.
Prendo la mia bici e con Abas corro al CSPS - quel km mi è parso eterno: trovo il guardiano sofferente, ma già tiro un sospiro di sollievo perché cammina da solo e mi sembra che sia solo il braccio ad essere stato colpito. L’infermiere di turno (il notturno inizia alle 17) e il Major stanno chiacchierando del più e del meno in attesa dell’autista dell’ambulanza, che hanno chiamato circa 30 minuti prima.
Nell’attesa chiedo se sia stato per lo meno somministrato un analgesico per calmare il dolore. No, non ci avevano pensato, ma “ormai le due farmacie sono chiuse. Mi dispiace”.
Scusate, ma non avete qualcosa qui? Posso pagare.”
Ok, va bene.”
Tempo altri 20/30 minuti e arriva l’autista dell’ambulanza, una jeep 5 porte che fatica un pochino a mettersi in moto.
Saliamo tutti. Sembra di essere dentro uno shaker per quanto sobbalziamo percorrendo la strada.
Tempo 5 km e dobbiamo fermarci per fare carburante, perché l’ambulanza è a secco.
E va bene: 20 minuti di sosta (perché dobbiamo controllare i livelli etc… è un lavoro accurato).
Ripartiamo a palla… a una velocità compresa fra i 20 e i 40 km/h. Tenkodogo dista 50 km: in effetti i malati più gravi non arrivano mai a destinazione, e muoiono sulla strada.
Ogni 10 km siamo costretti a fermarci per mettere acqua: l’apposito contenitore è bucato, per cui è continuamente da rabboccare. E quando passiamo in prossimità di una pompa, ne approfittiamo per riempire le taniche.
A metà del percorso (Garango), inizia l’asfalto (finalmente!! ho il cervello in pappa) per cui la velocità raggiunge picchi di 60 km/h.
Dopo un’ora e mezza di sballonzolamenti, arriviamo all’ospedale.
Desolazione totale. È l’ospedale più strutturato della provincia. Ha pressoché tutti i reparti. Sporcizia ovunque, un tanfo indicibile. La sala di cura ha porte e finestre aperte e tutti gli strumenti sono coperti da uno spesso strato di polvere rossa.
Nel frattempo Abas va in farmacia ad acquistare tutto ciò che serve per la visita: guanti sterili, bende, disinfettante… Funziona così: se vuoi essere curato, devi acquistare il necessario: peccato che la farmacista stia allattando il suo bambino e guardando la tv. Altra attesa. Io sono basita.
Si decide di chiamare il chirurgo per valutare la situazione. Attendiamo che arrivi, per fortuna 15 minuti solamente.
Dopo i saluti di rito e dopo aver visto e valutato la ferita, il medico comunica che è necessario suturare. L’autista dell’ambulanza è contrariato: lui è stanco e vorrebbe rientrare a Niaogho. Gli chiedo gentilmente di avere pazienza, non ha senso rientrare senza il guardiano. Lo facciamo tornare la mattina dopo stritolato in un taxi de brusse?!
Il chirurgo è andato a prepararsi nella palazzina di fronte: ne esce vestito come se dovesse entrare in sala operatoria: guanti sterili, mascherina, cuffia… ma così vestito attraversa tutto il cortile in mezzo ad una nube di polvere sollevata dal ciclomotore appena passato.
Dopo aver fatto il lavoro per cui è pagato dallo Stato, ci chiede 15mila CFA. Per il disturbo.
A mezzanotte e mezza ce ne andiamo, rientrando a Niaogho alle 2.
E per fortuna non era nulla di grave.
Questo breve fuori programma mi è costato 12.500 CFA (corsa dell’ambulanza)+29.500 CFA (farmaci e chirurgo), per un totale di  42.000 CFA (64 €).
Il guardiano neppure avrebbe avuto il denaro per l’ambulanza. E qui, mi sono resa conto, se non ci sono i soldi, l’ambulanza non parte.
La salute dovrebbe essere un diritto per tutti, ma resta privilegio di pochi.

2 commenti:

  1. certe situazioni e tuoi racconti sembrano quelli di qualche film visto... a volte fanno sorridere... una realtà completamente diversa!
    Quello che per noi è semplice e scontato, in Africa appare difficile e a volte irraggiungibile... pazzesco che si muoia nell'indifferenza perchè non ci si può permettere le cure...

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  2. oggi è iniziata la missione in parrocchia...
    non è la stessa cosa senza la tua chitarra... e tu che la suoni ovviamente...

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